In un progetto di risoluzione che è stato consegnato oggi all'Assemblea della Repubblica, e al quale l'agenzia Lusa ha avuto accesso, Chega raccomanda che il governo "paghi le spese telefoniche e di 'internet' dei lavoratori dello Stato, quando telelavorano, con pagamenti retroattivi per il 2020". Nella motivazione dell'iniziativa (che non ha forza di legge), l'unico deputato di Chega sottolinea che "il governo ha recentemente chiarito che le imprese devono sostenere le spese di telefono e 'internet' per i loro lavoratori quando telelavorano".

"Ora, da quando lo Stato ha reso obbligatorio il telelavoro dal 2020 [a causa della pandemia di covid-19], non si è fatto carico di tali oneri, che hanno così gravato pesantemente sui propri lavoratori, evidentemente non avendo applicato a loro ciò che impone alle aziende private", critica André Ventura."Lo Stato come datore di lavoro dovrebbe dare l'esempio e, di conseguenza, urgentemente, riconoscere il diritto a pagare tali oneri in relazione ai propri lavoratori, e lo stesso dovrebbe essere elaborato retroattivamente all'anno 2020", chiede André Ventura, sostenendo che "è di piena giustizia e assoluta coerenza esigere dallo Stato lo stesso che esige dai datori di lavoro privati".

Per Chega, non ci sono "ragioni per cui i lavoratori del settore pubblico non ricevano le spese che hanno sostenuto al servizio dello Stato quando, chiaramente, è lo Stato che deve fornire ai suoi lavoratori, come datore di lavoro, ciò che è indispensabile alla loro attività professionale". Il leader di Chega nota anche che "diverse strutture rappresentative dei professionisti del settore pubblico si sono occupate con insistenza di questo problema, per esempio, i professionisti dell'Ispettorato delle imposte, tra gli altri, senza che il governo si sia espresso in merito".