Nel "manifesto" a cui Lusa ha avuto accesso - che ha come autore principale l'ex presidente di Infarmed, José Aranda da Silva, e sottoscrittori diversi come le ex candidate presidenziali Ana Gomes e Marisa Matias, l'ex direttore generale della Sanità, Constantino Sakellarides, o il vescovo Januário Torgal Ferreira - si avverte l'urgente necessità di aumentare la velocità del processo vaccinale a livello europeo.

"È incomprensibile la mancanza di vaccini osservata oggi in Portogallo e in Europa, che ha posto i cittadini europei in una posizione di subordinazione rispetto ai produttori di vaccini. Le argomentazioni addotte dalla Commissione europea in merito alla natura dei contratti, alla capacità produttiva esistente e ai prezzi concordati non sono accettabili", si legge nell'appello.

L'iniziativa chiede una posizione diversa da parte della Commissione europea per "dimostrare pienamente e definitivamente la sua capacità di superare gli interessi finanziari e industriali" con le aziende farmaceutiche, oltre a ricordare le possibilità legali dell'epoca.

"Di fronte alla catastrofe che stiamo vivendo, e alla luce della tragica insufficienza della risposta europea, i cittadini chiedono che vengano adottate misure urgenti in grado di proteggere la salute delle persone. Queste misure richiedono la condivisione trasparente delle informazioni, l'uso della legislazione prevista per le situazioni di catastrofe e la mobilitazione delle risorse e delle capacità produttive", si legge nell'appello.

Così, queste personalità portoghesi ribadiscono che "è il momento che la Commissione europea pubblichi i siti di produzione dei vaccini esistenti nell'Unione" e che "invochi la legislazione europea sulla proprietà industriale per consentire la produzione in fabbriche di diversi laboratori", nel senso di garantire che la popolazione sia vaccinata entro l'estate.