In una dichiarazione, il PJ ha detto che per arrivare all'identificazione del giovane, che aveva 16 anni al momento dei crimini, è stato usato un ritratto generato al computer e rilasciato attraverso i media.

"Il primo crimine - lo stupro - è stato commesso vicino al Campus di Giustizia, la vittima era una donna di 29 anni, che stava tornando a casa dopo aver fatto esercizio nelle vicinanze", dice il PJ.

Secondo il PJ, questo crimine è stato seguito da un altro, la rapina, che è stato commesso circa 40 minuti dopo il primo, quando la vittima, una donna di 47 anni, stava entrando nell'edificio dove viveva, a circa un chilometro da dove ha commesso lo stupro.

"La Polizia Giudiziaria ha ottenuto un ritratto al computer del sospetto, che ha rilasciato con la dovuta autorizzazione dell'autorità giudiziaria, sia a entità di polizia che alla popolazione in generale, con l'obiettivo di raccogliere, in questo modo, informazioni che potrebbero essere rilevanti per identificare l'autore di quei crimini", si legge nella nota.

Per la PJ, il ruolo dei media è stato decisivo nella diffusione del ritratto del 'robot' e nell'acquisizione di elementi fondamentali per l'identificazione del sospetto.

Il PJ sottolinea che i passi compiuti hanno portato all'identificazione del presunto autore dei crimini e alla conclusione della proposta di denuncia alla Procura.