La stessa fonte ha spiegato all'agenzia di stampa Lusa che un'indagine su questa situazione è "in corso" e che gli allevamenti che segnalano casi sospetti si trovano nei comuni di Serpa, Moura, Barrancos, Mértola, Beja, Portel ed Évora.

Nei comuni di Évora e Portel, finora, i sospetti non sono stati "confermati in laboratorio", ha aggiunto la stessa fonte, sottolineando che questa malattia animale "non è trasmissibile" all'uomo.

Questo rilevamento di casi di febbre catarrale negli ovini ha già portato la Direzione Generale di Alimentazione e Medicina Veterinaria (DGAV) a rilasciare una dichiarazione, martedì, in cui dichiara l'Alentejo come una "zona aggiuntiva di restrizione per il sierotipo 4" del virus.

Con questa dichiarazione della DGAV, l'Alentejo si unisce alla regione dell'Algarve, che era già "soggetta a restrizioni per il sierotipo 1 e per il sierotipo 4 del virus della lingua blu".

In questa nota, pubblicata sul sito della DGAV e consultata da Lusa, l'organizzazione spiega che la restrizione in Alentejo è dovuta al "rilevamento di risultati positivi al sierotipo 4 [del virus della lingua blu] nel comune di Serpa, in agosto".

Una zona di vaccinazione obbligatoria per i sierotipi 1 e 4 è stabilita, coprendo l'intera regione dell'Algarve, mentre l'intero Alentejo fa parte di un'altra zona di vaccinazione obbligatoria per gli animali per il sierotipo 4.

"La vaccinazione obbligatoria delle pecore adulte da riproduzione e dei giovani destinati all'allevamento è stata la misura più efficace per controllare la malattia, ed è anche consigliabile vaccinare i restanti animali delle specie sensibili", si legge anche in un recente avviso della DGAV.

Per quanto riguarda le restanti regioni del territorio nazionale, "sono zone libere dalla febbre catarrale degli ovini", aggiunge la DGAV.

La febbre catarrale o bluetongue è una malattia epizootica di eziologia virale che colpisce i ruminanti, con trasmissione vettoriale, inclusa nella lista delle malattie a dichiarazione obbligatoria nazionale ed europea e nella lista dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE).