Il rapporto settimanale sulla diversità genetica del nuovo coronavirus dell'Istituto Nazionale della Salute Dottor Ricardo Jorge (INSA) indica che la variante Delta, originaria dell'India e considerata la più trasmissibile, ha una "frequenza relativa del 100% nella settimana dal 6 al 12 settembre in tutte le regioni" del paese.

Secondo il documento, del totale delle sequenze analizzate di questa variante fino ad oggi, 66 avevano una mutazione aggiuntiva nella proteina `spike', una sublinea conosciuta come 'Delta Plus', ma nessun caso è stato riportato nelle ultime settimane.

Per quanto riguarda la variante Gamma, associata al Brasile, dopo tre settimane senza essere stata rilevata nei campioni analizzati, due casi non correlati sono stati registrati nelle regioni dell'Alentejo e di Lisbona e Vale do Tejo nella settimana tra il 30 agosto e il 5 settembre.

La variante Alpha, originaria del Regno Unito e diventata prevalente in Portogallo, non è più in circolazione da cinque settimane, secondo i dati dell'INSA.

Delta, Gamma, Beta e Alpha sono classificate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come Varianti di Preoccupazione (VOC) perché possono essere più trasmissibili, causare una maggiore gravità della malattia o avere caratteristiche che permettono l'elusione del sistema immunitario, con potenziale riduzione dell'efficacia dei vaccini.

Nell'ambito del monitoraggio continuo della diversità genetica della SARS-CoV-2, dall'inizio di giugno è stata analizzata una media di 552 sequenze a settimana, da campioni raccolti a caso nei laboratori dei 18 distretti del Portogallo continentale e delle Azzorre e Madeira, coprendo una media di 128 contee a settimana.

A giugno, l'istituto ha annunciato un rafforzamento della sorveglianza delle varianti del virus che causa il covid-19 in circolazione in Portogallo, attraverso il suo monitoraggio continuo.

Secondo l'INSA, questa strategia ha permesso una migliore caratterizzazione genetica della SARS-CoV-2, poiché i dati vengono analizzati continuamente e non ci sono più intervalli di tempo tra le analisi, che erano essenzialmente dedicate a studi specifici di caratterizzazione genetica richiesti dalla salute pubblica.