Il Parlamento ha rivisto il decreto che recepisce nell'ordinamento giuridico nazionale la direttiva europea sulla lotta alla frode e alla contraffazione dei mezzi di pagamento diversi dai contanti, modificando il codice penale, il codice di procedura penale e la legge sulla criminalità informatica.

La revisione avviene dopo una sentenza della Corte Costituzionale (TC), e conseguente veto da parte del Presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, a una norma che ha cambiato la legge sulla criminalità informatica per consentire il sequestro di messaggi di posta elettronica nel corso di operazioni giudiziarie, ma senza la preventiva autorizzazione di un giudice.

Il TC ha ritenuto all'unanimità che l'emendamento proposto costituisce una "restrizione dei diritti fondamentali all'inviolabilità della corrispondenza e delle comunicazioni e alla protezione dei dati personali nell'ambito dell'uso del computer, come manifestazioni specifiche del diritto a riservare l'intimità della vita privata, in termini lesivi del principio della personalità".

Oggi, a nome del governo in parlamento, il vicesegretario di Stato e di Giustizia, Mário Belo Morgado, ha difeso che la proposta di modifica legislativa dell'esecutivo era volta a "migliorare l'efficacia e l'efficienza" della procedura penale, "adattandola alle esigenze del XXI secolo", e "senza mettere in discussione le garanzie fondamentali dei cittadini", aggiungendo che la prevenzione di "azioni infondate o sproporzionate da parte di procuratori o funzionari di polizia" era garantita.

Ricordando che la proposta del governo non ha avuto voti contrari in parlamento quando è stata approvata e che è stata accompagnata da pareri giuridici favorevoli, come quello del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), Mário Belo Morgado ha notato che "la decisione del TC è pienamente accettata", che è "legittima e sovrana", ma ha ammesso che il governo tornerà sull'argomento più tardi.

"Dato l'imperativo di una rapida trasposizione della direttiva, il cui termine, per inciso, è già scaduto, il governo ritiene che non è opportuno presentare in questo momento una proposta alternativa per modificare l'articolo 17 della legge sulla criminalità informatica. Questa posizione non impedisce che la questione possa essere introdotta di nuovo in futuro nei limiti stabiliti dalla giurisprudenza costituzionale", ha detto.

"Considerando che tutto il resto del contenuto del diploma non è stato messo in discussione, il governo capisce che dovrebbe essere mantenuto, eliminando solo la proposta di modifica dell'articolo 17 della legge sui crimini informatici", ha aggiunto il vicesegretario di Stato e di Giustizia.

I gruppi parlamentari PS e PSD hanno la stessa comprensione, che ha presentato emendamenti nella stessa direzione, eliminando l'articolo respinto dal TC, con Mónica Quintela, del PSD, ricordando che i socialdemocratici hanno chiesto di votare la norma separatamente per non essere d'accordo con il contenuto e considerato chiedendo una successiva ispezione dopo l'approvazione.

José Manuel Pureza, di BE, a proposito della prevedibile approvazione del diploma senza l'articolo respinto dalla CT, ha detto che "non doveva essere così, ma lo sarà", sottolineando che la comprensione della costituzionalità della norma non è "lineare o consensuale", come dimostrano le opinioni giuridiche contrarie.

Inês de Sousa Real, del PAN, ha anche deplorato che l'articolo che ha cambiato la legge sui crimini informatici "rimanga per strada", sottolineando che le opinioni che lo hanno accompagnato "non hanno reso evidente" la pista del TC.

João Oliveira, del PCP, ha dichiarato che l'eliminazione dell'articolo era "la conseguenza da rimuovere" dalla pista del TC, sostenendo che la decisione della corte dovrebbe indurre la riflessione sui futuri percorsi e soluzioni per combattere il crimine.

Il diploma posto con il veto si basava su un progetto di legge del governo, che è sfociato in un testo finale presentato dalla commissione per gli affari costituzionali, i diritti, le libertà e le garanzie, approvato in una votazione globale finale il 20 luglio, con i voti a favore di PS, PSD , BE, PAN, PEV, Chega e dei deputati non iscritti Cristina Rodrigues e Joacine Katar Moreira, con le astensioni di PCP, CDS-PP e Iniziativa Liberale.

Il Presidente della Repubblica ha inquadrato l'emendamento all'articolo 17 della legge sulla criminalità informatica come "un cambiamento sostanziale nel paradigma dell'accesso al contenuto delle comunicazioni elettroniche", in cui si accetta "che tale accesso appartenga, in prima istanza, alla Procura della Repubblica, che solo successivamente lo presenta al giudice".