Lo studio, incluso nel progetto "Life Intermares" e coordinato dalla Fondazione Biodiversità, sarà realizzato dal Coordinatore per lo Studio dei Mammiferi Marini (CEMMA), che analizzerà i recenti episodi di interazione tra le orche e le imbarcazioni con equipaggio, soprattutto barche a vela, nelle acque della Galizia (nord della Spagna continentale) e dello Stretto di Gibilterra (sud-est della Spagna continentale).

Secondo fonti del ministero, citate da EFE, l'obiettivo è "investigare le possibili cause di questi scontri e definire le misure più opportune per minimizzare questi episodi e le loro conseguenze".

Il Ministero ricorda che la dieta delle orche è incentrata sul tonno rosso e che per questo motivo sono sempre state legate a questo settore della pesca.

Dal 2020 sono aumentati gli episodi di avvicinamento e attacco dei cetacei contro lo scafo e il timone di barche a vela di medie dimensioni, causando danni materiali che nel 15 per cento dei casi impediscono la navigazione, senza mai rilevare un atteggiamento aggressivo delle orche nei confronti degli umani.

Le orche viaggiano occasionalmente anche lungo la costa dell'Algarve, si pensa che questo sia dovuto alla migrazione annuale dei tonni tra l'Atlantico e il Mediterraneo. Negli ultimi due anni ci sono stati diversi avvistamenti dei mammiferi e di branchi nelle acque dell'Algarve e segnalazioni di orche che "attaccano" le barche.

Le orche fanno parte della lista delle specie selvatiche in regime di protezione speciale e la popolazione del Golfo di Cadice e dello Stretto di Gibilterra è inclusa nella categoria "Vulnerabile" nel catalogo spagnolo delle specie in pericolo, per cui beneficiano di misure di protezione.

Nel 2017 è stato approvato il Piano di conservazione dell'Orca, che definisce le linee di lavoro prioritarie per migliorare la conservazione della specie nelle acque spagnole.