Secondo un rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, dal 2014 al 2020, quasi due terzi di tutti i casi in cui sono state superate le soglie di qualità dell'aria erano legati al traffico pesante nelle città e alla vicinanza delle strade principali ed erano legati all'ossido di azoto.

Sei paesi, tra cui il Portogallo, hanno segnalato il traffico stradale come unica fonte di violazione dei limiti. Gli altri paesi citati erano Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Regno Unito (che faceva ancora parte dell'Unione Europea).

Oltre al traffico stradale, l'altra fonte che ha dato luogo a violazioni è stato il riscaldamento domestico, in questo caso essenzialmente l'emissione di particelle e in paesi come Croazia, Italia, Polonia e Slovenia, tra gli altri.

I dati diffusi si riferiscono alla valutazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) dei piani di qualità dell'aria dei paesi.

Secondo il rapporto dell'AEA "Air Quality in Europe 2021", l'esposizione all'inquinamento atmosferico ha causato una quantità significativa di morti premature e malattie nei 27 Stati membri dell'UE nel 2019, con 307.000 morti premature attribuite alle particelle sottili e 40.400 al biossido di azoto.

La Commissione europea ha fissato l'obiettivo di ridurre le morti premature causate dalle polveri sottili del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2005. La Commissione sta anche rivedendo le linee guida sulla qualità dell'aria per allinearle alle nuove linee guida dell'Organizzazione.