"Lo spettro dei sintomi più frequenti nella condizione post-covid-19 include affaticamento, dispnea (mancanza di respiro), cambiamenti nell'odore e nel gusto, depressione e ansia e disfunzioni cognitive", aggiunge la norma firmata dal direttore generale della sanità, Graça Freitas.

Conosciuta anche come covid lunga, la condizione post-covid-19 è definita dallo spettro di sintomi che si verificano nelle persone con infezione probabile o confermata dal coronavirus SARS-CoV-2, di solito tre mesi dopo l'inizio della fase acuta dell'infezione e almeno due mesi di durata.

"I sintomi possono svilupparsi durante o dopo l'infezione acuta da SARS-CoV-2, hanno un impatto sulla qualità della vita della persona colpita e non sono spiegati da una diagnosi alternativa", dice la norma.

Gravi ripercussioni

La covida lunga ha ripercussioni funzionali potenzialmente gravi, che interferiscono con la qualità della vita e la capacità lavorativa delle persone colpite, con un evidente impatto socioeconomico, aggiunge anche il DGS, che ritiene che la "persistenza dei sintomi oltre le quattro settimane è stata sotto studiata nell'assistenza sanitaria primaria, il sito di follow-up per la maggior parte delle infezioni da SARS-CoV-2".

Secondo le regole ora pubblicate, i team di collegamento tra le cure sanitarie primarie e le cure ospedaliere "devono ottimizzare l'articolazione tra i diversi livelli di cura".

"A livello ospedaliero, le istituzioni devono promuovere il lavoro multidisciplinare e multispecialistico, attraverso un circuito che permetta un'adeguata articolazione con le cure primarie, nell'ambito della gestione della condizione post-covid-19 e in un'ottica di continuità delle cure", riferisce il DGS.

Riconoscimento precoce

L'obiettivo principale dell'approccio previsto dalla norma alla "covid lunga" è il riconoscimento precoce dei sintomi e dei segni che possono indicare "complicazioni gravi e pericolose per la vita e il recupero sintomatico e funzionale" della persona colpita.

Recentemente, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito che tra il 10% e il 20% delle persone con covid-19 soffre di sintomi dopo il recupero dalla fase acuta dell'infezione, una condizione "imprevedibile e debilitante" che colpisce anche la salute mentale.