L'Ombudsman, Maria Lúcia Amaral, ha riferito di aver inviato "una segnalazione" ai vertici dell'Istituto di Sicurezza Sociale (ISS) e del Servizio Stranieri e Frontiere (SEF) dopo aver "ricevuto diverse denunce da parte di cittadini stranieri" che si sono visti negare l'accesso a una prestazione sociale o hanno perso il diritto a riceverla in base all'argomentazione che si trovavano in Portogallo in modo irregolare.

Nella lettera sono riportati due esempi, il primo relativo a una donna straniera che ha presentato la domanda per ricevere l'indennità prenatale il 26 febbraio 2022 e ha presentato la ricevuta della manifestazione d'interesse il 1° marzo 2020, ma che si è vista rifiutare la richiesta dal SEF con la motivazione che la ricevuta era valida solo per un anno.

La manifestazione d'interesse è una procedura amministrativa effettuata presso il SEF da qualsiasi cittadino straniero che sia entrato legalmente in Portogallo, sia registrato, sia in regola con la Sicurezza Sociale e abbia un rapporto di lavoro comprovato.

L'altra situazione riguarda un cittadino straniero che riceveva il Reddito Sociale di Inserimento (RSI) e che si è visto sospendere la prestazione perché l'ISS ha ritenuto che fosse al "limite del titolo di autorizzazione di soggiorno" la cui data era il 9 novembre 2021.

"Secondo l'allora vigente versione del Decreto Legge n. 10-A/2020, tale titolo aveva visto la sua validità prorogata fino al 31 marzo 2022, senza alcuna base per tale sospensione", afferma il Mediatore.

Aggiunge che è stato anche suggerito ai cittadini stranieri di fissare un appuntamento online con il SEF quando la "regolarità del soggiorno nel territorio nazionale era garantita in virtù del regime eccezionale in vigore".

Maria Lúcia Amaral cita anche questo caso come esempio della mancanza di conoscenza delle procedure corrette, tenendo conto del fatto che l'appuntamento con il SEF si prende per telefono e non via internet.

Alla luce di questi e altri casi, che il Mediatore non quantifica, Maria Lúcia Amaral sostiene che "è imperativo rivedere le procedure adottate dai servizi, al fine di evitare la sospensione delle prestazioni sociali o il loro rifiuto, senza un'indagine preventiva sull'eventuale applicabilità delle norme di salvaguardia relative alla regolarità della permanenza dei cittadini sul territorio nazionale".