"L'attuale decennio 2020-2030 sarà caratterizzato da un elevato volume di pensionamenti di medici del Servizio sanitario nazionale(Ssn). Si prevede che in questo periodo andranno in pensione circa cinquemila medici, oltre a quelli che lavorano esclusivamente nel settore privato", si legge nel documento dei ricercatori Pedro Pita Barros ed Eduardo Costa.

Il rapporto fa parte della cattedra di Economia sanitaria, nell'ambito dell'iniziativa per l'equità sociale, che nasce da una collaborazione tra la Fondazione "la Caixa", la BPI e la facoltà di economia, finanza e gestione dell'Universidade NOVA de Lisboa (Nuova SBE).

I ricercatori avvertono inoltre che "il problema dell'invecchiamento è asimmetrico nel territorio nazionale", con il Nord, il Centro e le regioni autonome che registrano una "proporzione di medici di età superiore ai 65 anni inferiore alla media nazionale".

"Oltre all'asimmetria regionale e per specialità, si registra un netto peggioramento nel tempo. Nel 1996, circa l'11% dei medici iscritti all'Ordem dos Médicos aveva più di 65 anni. I dati più recenti, riferiti al dicembre 2021, indicano una percentuale del 24%", si legge nello studio.

L'analisi indica che, in termini di specialità, l'invecchiamento è più evidente nella medicina tropicale (88,1% dei medici con più di 65 anni), nella stomatologia (53,8%), nella chirurgia pediatrica (43,6%), nella patologia clinica (43,1%), nella chirurgia cardiotoracica (42,6%) e nella chirurgia maxillo-facciale (40,9%).

Secondo i dati ora resi noti, questo alto livello di invecchiamento "anticipa un'ondata di pensionamenti" per i prossimi anni.

Lisbona e il Nord, le regioni con il maggior numero di professionisti della salute, "saranno le più colpite", sottolinea inoltre il rapporto, stimando che gli anni 2030 saranno caratterizzati da un volume "sostanzialmente inferiore" di pensionamenti annuali.

Tra il 2030 e il 2040, in media, andranno in pensione meno di 250 medici all'anno.

Il documento aggiunge anche che i tassi di invecchiamento degli infermieri sono "sostanzialmente inferiori" a quelli dei medici, poiché nel 2019 meno del 4% di questi professionisti della salute aveva più di 65 anni.