Lo studio "Condizioni di lavoro, esaurimento professionale, salute e benessere dei giudici portoghesi", realizzato dall'Osservatorio permanente della giustizia del Centro di studi sociali dell'Università di Coimbra, coordinato dai ricercatori João Paulo Dias e Paula Casaleiro, ha intervistato 684 giudici su un universo di 2.043 nel Paese, tra dicembre 2022 e gennaio 2023.

Tra le principali conclusioni dello studio, presentato alla riunione nazionale del Consiglio superiore della magistratura, a Covilhã, c'è l'individuazione del 16,7% dei giudici ad alto rischio di "burnout", una media in cui pesano i livelli rilevati nei magistrati soprattutto dei tribunali giudiziari, poiché nei settori amministrativo e tributario l'alto rischio non supera il 10%.

In media, i giudici dichiarano di lavorare 46 ore a settimana, ma in alcune aree superano le 50, facendo riferimento, nelle interviste citate nello studio, a impatti sulla vita personale, portando spesso il lavoro a casa, che si protrae nel fine settimana e incide sulla conciliazione con la vita familiare.

In termini di impatto sulla salute, i livelli di rischio sono stati identificati nel 66,7% dei partecipanti nel criterio della difficoltà a dormire, nel 35,9% nel criterio dello "stress" e nel 26,2% nei sintomi depressivi.

Nelle interviste citate nello studio, i giudici fanno riferimento all'ansia causata da "un carico di lavoro completamente sproporzionato" e al peso di occuparsi della vita di terzi in ogni processo.

Lo studio suggerisce anche una "valutazione regolare delle condizioni di lavoro" per i giudici, la creazione di un ufficio di salute professionale nell'ambito della medicina del lavoro e la formazione in competenze come la gestione dello stress.