In una nota pubblicata sul 'sito' dell'Università di Porto, l'ufficio comunicazione della FCUP spiega che, nell'ambito di un progetto di ricerca guidato dall'istituzione, i ricercatori hanno identificato "circa 20 molecole" con potenziale per un futuro farmaco - un idrogel - che potrebbe essere utilizzato nella terapia fotodinamica (PDT).

La terapia fotodinamica utilizza emissioni luminose ed è totalmente non invasiva.

Citando la nota, la ricercatrice Joana Oliveira, del Laboratorio Associato di Chimica Verde (LAQV-REQUIMTE), afferma che il progetto sta "emisintetizzando una libreria di pigmenti blu, derivati dal vino, e utilizzandoli in nuove formulazioni, sfruttando le loro proprietà fisico-chimiche e la loro bioattività per la PDT cutanea".

Dalla sintesi dei pigmenti blu e delle molecole identificate sono emerse le portisine, così chiamate perché originariamente scoperte nel vino porto.

"Riteniamo che queste molecole possano essere utilizzate nello sviluppo di un idrogel incolore da applicare sulla pelle durante le sedute di terapia fotodinamica", afferma Iva Fernandes, ricercatrice del LAQV-REQUIMTE, aggiungendo che l'idrogel è la "formulazione più semplice da applicare sulla pelle".

In questo senso, i ricercatori del progetto, intitolato WINPUT, hanno iniziato a lavorare allo sviluppo di un idrogel che "assorbe la luce nella lunghezza d'onda corrispondente al colore rosso" e che "funziona come veicolo di trasporto verso i luoghi all'interno della pelle dove si trovano le cellule malate".

"Con la luce rossa, le cellule si eccitano e iniziano a produrre ossigeno singoletto e altri tipi di ossigeno che finiscono per distruggere le cellule stesse", spiega Joana Oliveira.

I ricercatori faranno ora dei test di laboratorio con cellule che sono all'origine di malattie e infiammazioni della pelle umana e, solo dopo questa prima fase di test, passeranno alle prime sperimentazioni cliniche sull'uomo.

Al progetto, finanziato dalla Fondazione per la Scienza e la Tecnologia (FCT) e che terminerà a settembre, partecipano anche ricercatori dell'Università di Aveiro, istituzione partner di LAQV-REQUIMTE.