Nel film, un uomo angolano che risiede illegalmente in Portogallo con la sua fidanzata escogita un piano per sposare una donna portoghese di successo e ottenere un permesso di soggiorno, ma il risultato finisce per non essere quello sperato.

Il regista Levis Albano, anch'egli emigrato, ha parlato con Lusa della prima del film, a Luanda, e del tema scelto per riflettere le difficoltà dell'emigrazione.

"Quando le persone lasciano il loro nido e vanno a vivere in case altrui, devono capire che le cose non saranno più le stesse, non importa se sei in Brasile, in Inghilterra o negli Stati Uniti, emigrare ha le sue difficoltà", ha sottolineato, spiegando che "avevo bisogno di far sapere alla gente che vivere all'estero non è come si pensa".

Il film è stato ispirato da un caso reale, dal quale Levis Albano ha sviluppato una "storia più generale", per aiutare le persone a capire cosa sia l'emigrazione.

In un momento in cui la comunità angolana in Portogallo sta crescendo in modo significativo, con il numero di cittadini angolani in questo Paese che è aumentato di oltre il 50% negli ultimi 10 anni, per Levis Albano questo Paese è il primo che viene in mente quando si pensa di emigrare, dato il "rapporto d'amore" che fa sì che gli angolani "si sentano a casa".

"La comunità angolana sta crescendo in Portogallo e penso che questo sia bellissimo, e vedo anche che la comunità portoghese sta crescendo di nuovo in Angola", ha detto, sottolineando che l'emigrazione è necessaria e che ci sono diversi lavori in cui si trovano praticamente solo emigranti.

"Il pianeta è grande e tutti dovremmo vivere dove ci sentiamo a nostro agio" e "non siamo qui per occupare lo spazio di nessuno, ma per contribuire", ha affermato.

Gli emigranti hanno anche cambiato la percezione che il Portogallo ha degli angolani: "Posso parlare essenzialmente di cultura, la musica e l'arte ci aiutano in questo, il calcio ci aiuta, abbiamo già più giocatori angolani in Portogallo, più portoghesi ascoltano musica angolana e mangiano cibo angolano", ha detto il regista, che ha anche menzionato l'inclusione di opere di origine angolana nel vocabolario portoghese.

Per quanto riguarda la storia narrata ne "L'emigrante", in cui il personaggio Lukamba intende garantirsi il permesso di soggiorno attraverso un matrimonio con una donna portoghese, Levis Albano spiega che si tratta di una situazione comune a entrambi i Paesi. "Non è normale", ha osservato, aggiungendo che l'accesso ai visti continua a essere molto complicato e difficile, anche per chi non vuole emigrare, e nonostante l'introduzione della modalità CPLP, un regime di facilitazione dei visti per i Paesi della Comunidade dos Países de Língua Portuguesa.

"Le porte sono chiuse", ha concluso.