Oltre a partecipare alla semifinale 1, dove si sono esibiti tutti i beniamini del pubblico, Mimicat è riuscita a marcare la sua presenza nella finale dell'Eurovision Song Contest, rendendo orgogliosi i portoghesi e garantendo alcune reazioni epiche da parte del pubblico.

Il Portogallo partecipa all'Eurovision Song Contest dal 1964 e, sebbene sia noto per aver ottenuto buone reazioni e feedback, il suo percorso in Eurovisione non è sempre stato facile.

Per partecipare all'Eurovision Song Contest, i produttori devono presentare la loro canzone alla RTP, la trasmissione nazionale responsabile dell'Eurovision nel Paese. Dopo aver presentato le canzoni, la RTP effettua una selezione interna scegliendo la canzone che parteciperà al Festival da Canção, dove la canzone nazionale sarà scelta, dal pubblico e dalla giuria, per rappresentare il Portogallo all'Eurovision Song Contest.

La prima esibizione

Come già detto, la prima partecipazione portoghese all'Eurovision Song Contest è stata quella di António Calvário, che ha cantato la canzone "Oração". Nel 1964, António Calvário cantò una preghiera in una ballata, accompagnato dall'orchestra, come prevedeva la regola dell'Eurovision Song Contest. Tuttavia, la prima partecipazione portoghese non fu così notevole come ci si aspettava, in quanto António Calvário non ricevette alcun punto.


Negli anni '60, il Portogallo si classificava solitamente con un punto durante la finale, poiché all'epoca non esisteva una semifinale. Nonostante la partecipazione delle acclamate cantanti Simone de Oliveira e Madalena Iglésias, il Portogallo non ebbe la possibilità di ottenere grandi risultati.

Fine della dittatura


Il Portogallo fece il suo primo ingresso in Eurovisione durante l'Estado Novo, la dittatura che governò il Paese fino al 1974. Si è sempre ipotizzato che l'Eurovision Song Contest, oltre a essere un concorso musicale, potesse essere anche uno spettacolo politico, il che potrebbe spiegare i bassi punteggi portoghesi durante gli anni '60. Nel 1970, la dittatura stava volgendo al termine, poiché António de Oliveira Salazar non era più alla guida del Paese. Così, nel 1971, Tonicha partecipò all'Eurovision Song Contest, classificandosi al 9° posto, la posizione più alta mai raggiunta dal Portogallo.


Gli anni '70 sembrano essere il periodo d'oro per il Portogallo all'Eurovision Song Contest. Dopo la mancata partecipazione nel 1970, le successive partecipazioni furono caratterizzate da posizioni nella top 10, fino al 1974, dando un po' di speranza al Paese.

Gli anni '80 elettrici


La dittatura era finita e scrivere canzoni divenne più facile, dato che nessun ente cercava di censurare i testi, mentre i costumi iniziarono a cambiare le esibizioni. Negli anni '80 va segnalato il gruppo femminile Doce. Il gruppo partecipò a quattro diverse selezioni nazionali. Nel 1980 raggiunsero la seconda posizione al Festival da Canção, aprendo le porte a José Cid per raggiungere il 7° posto, la posizione più alta mai raggiunta dal Portogallo all'epoca nell'Eurovision Song Contest. I Doce non si arresero e nel 1981 parteciparono al Festival da Canção con la canzone "Ali Babá", ma non furono scelti per partecipare all'Eurovision Song Contest a causa, come dichiararono i membri del gruppo, di un malfunzionamento del guardaroba che permise loro di salire sul palco solo con abiti simili a un costume da bagno.

La Doce era famosa all'epoca e riuscì a partecipare al Festival da Canção nel 1982, vincendo questa volta con "Bem Bom", rappresentando il Portogallo ad Harrogate e classificandosi al 13° posto.



Gli anni '90: alti e bassi


Gli anni '90 iniziano con grande successo, con cantanti come Anabela e Sara Tavares che raggiungono la top 10 dell'Eurovision Song Contest. Nel 1996 Lúcia Moniz ha battuto il record di José Cid, raggiungendo il 6° posto, il più alto punteggio portoghese nel concorso fino alla vittoria di Salvador Sobral, nel 2017.


Dopo il successo di Lúcia Moniz, il pubblico e la giuria non apprezzarono più le voci portoghesi, il che portò la RTP a decidere di non partecipare all'Eurovision Song Contest del 2000.

Anni 2000 traballanti


Nel 2004, l'Eurovision Song Contest decise di introdurre il regime delle semifinali, rendendo molto più difficile per il Portogallo qualificarsi. Fino a quel momento, il Portogallo partecipava solo con canzoni con testi in portoghese. Tuttavia, il regime delle semifinali ha portato il Paese a iniziare a includere testi in inglese o in altre lingue, per rendere le canzoni più comprensibili per il pubblico europeo. Tuttavia, il 2008 sembrava essere "l'anno del Portogallo". Vânia Fernandes, con la canzone "Senhora do Mar", ha raggiunto il secondo posto nelle semifinali, essendo una delle favorite del pubblico, che purtroppo è finita al 13° posto alle finali, una decisione che non è stata ben sostenuta dal pubblico in generale, che pensava che il Portogallo potesse vincere.


Il Portogallo ha avuto il suo posto in finale per altri due anni, nel 2009 e nel 2010. In seguito, nonostante alcune grandi performance, come quella di Leonor Andrade nel 2015, il Paese non ha più raggiunto la finale e ha deciso di non partecipare all'Eurovision Song Contest 2016.

La gioia più grande

Dopo un anno di assenza, il Portogallo è tornato in gara nel 2017 a Kiev, con Salvador Sobral che ha cantato "Amar Pelo Dois", una canzone scritta dalla sorella Luísa Sobral. Il pubblico si è concentrato su Salvador Sobral, sulla sua particolare presenza scenica e sul sentimento della canzone. La canzone si è aggiudicata il primo posto alle semifinali ed è stata, ovviamente, la vincitrice dell'Eurovision Song Contest 2017. Il Portogallo ha vinto il concorso con 758, il punteggio più alto mai ricevuto da un concorrente.


Nel 2018, il Portogallo ha ospitato l'Eurovision Song Contest; nonostante il grande spettacolo, la voce portoghese è finita all'ultimo posto. Ora, dal 2021, il Portogallo è presente in tutte le finali, con The Black Mamba (2021), Maro (2022) e nel 2023 con Mimicat.


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Deeply in love with music and with a guilty pleasure in criminal cases, Bruno G. Santos decided to study Journalism and Communication, hoping to combine both passions into writing. The journalist is also a passionate traveller who likes to write about other cultures and discover the various hidden gems from Portugal and the world. Press card: 8463. 

Bruno G. Santos