António Costa ha condiviso le sue ambizioni al termine di una visita a uno degli stabilimenti della multinazionale sudcoreana SK Hynix, azienda che occupa la terza posizione nella classifica mondiale dei produttori di semiconduttori.

La fabbrica visitata da António Costa, a circa 60 chilometri da Seoul, rappresenta, secondo i dati dell'azienda sudcoreana SK Hynix, un investimento di circa 100 miliardi di euro e dispone di vaste aree di produzione completamente automatizzate.

Con i ministri dell'Economia, António Costa Silva, della Scienza e dell'Istruzione superiore, Elvira Fortunato, e delle Infrastrutture, João Galamba, al suo fianco, il leader dell'esecutivo portoghese ha sostenuto ancora una volta la necessità che il Portogallo accompagni il movimento globale di riorganizzazione delle catene di approvvigionamento, vista l'attuale situazione di instabilità dell'economia internazionale.

"È necessario diversificare le catene di produzione di alcuni beni essenziali e i semiconduttori sono oggi fondamentali per tutto".

Per questo motivo, secondo il primo ministro, il Portogallo ha cercato di "mantenere un dialogo con il gruppo SK, al fine di attrarre nel Paese la produzione europea di semiconduttori".

"In questo concetto di autonomia strategica che si sta sviluppando in Europa, il Portogallo ha avuto una posizione molto chiara sul significato di questo concetto. Autonomia strategica significa non dipendere da altri, ma non significa chiudersi in se stessi. Vogliamo attrarre investimenti esteri diretti, in particolare sudcoreani, per produrre in Europa ciò di cui l'Europa ha bisogno", ha sottolineato.

Per quanto riguarda il gruppo SK, António Costa ha detto che ci sono contatti in corso, affermando che il Portogallo ha, nel settore dei semiconduttori, "risorse umane molto qualificate" per la progettazione e ha già "la più grande fabbrica europea" per realizzare l'imballaggio finale dei chip.

"Questa azienda ha un forte legame con la Corea e, ora, SK sta studiando punti di investimento al di fuori delle sue sedi tradizionali. Questo gruppo, oltre alla produzione in Corea, è presente anche in Cina e vorrebbe diversificare i suoi siti produttivi. Per noi è un'opportunità che dobbiamo cercare di cogliere", ha difeso.