"Nel settore privato le retribuzioni sono aumentate in modo più significativo: la retribuzione totale ha registrato una variazione su base annua del 6,3%, passando da 1.282 euro a settembre 2022 a 1.364 euro un anno dopo. La componente ordinaria è aumentata del 6,7%, passando da 1.053 euro a 1.124 euro, e la retribuzione di base è cresciuta del 7,1%, passando da 988 euro a 1.058 euro. In questo settore, sono stati osservati aumenti reali su base annua nei tre tipi di retribuzione: 2,8% in totale, 3,2% in regolare e 3,6% sulla base", secondo il rapporto INE condiviso da NM.

Ora, nel Servizio Pubblico, "si è osservato un aumento su base annua del 5,5% della retribuzione media totale per lavoratore (posto di lavoro), che ha raggiunto i 1.834 euro nel settembre 2023 (1.738 euro un anno prima)".Anche se l'aumento è stato più significativo nel settore privato (1.364 euro), lo stipendio medio nel Servizio Pubblico (1.834 euro) continua ad essere più alto.

"Le differenze nei livelli retributivi medi tra il settore della PA [Pubblica Amministrazione] e il settore privato riflettono, tra l'altro, le differenze nel tipo di lavoro svolto, nella composizione per età (con un impatto sull'accumulo di capitale umano e di esperienza professionale) e nelle qualifiche dei lavoratori che li compongono", si legge nel rapporto INE.

La retribuzione totale lorda mensile media per lavoratore (per posto di lavoro) è salita a 1.438 euro nel terzo trimestre, il 5,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.